Di Caterina Somma
All’alba della nuova era in cui entreremo in Internet in 3D vediamo qual è la strategia da seguire, per mantenere la nostra salute e proteggere il tempo dedicato al sonno, fondamentale ed insostituibile
Ci avete fatto caso? Da qualche tempo le reti sociali Facebook, Instagram e Whatsapp sono “firmati” con un nuovo nome. Dallo scorso ottobre fanno capo ad una sola azienda che prende il nome di Meta. Vi siete chiesti perché e cosa vuol dire? Meta è un’abbreviazione di Metaverso, che per patron Zuckerberg, e non solo, rappresenta la nuova sfida digitale. Vediamo di che si tratta.
INTERESSE MONDIALE
Nel film di fantascienza “Snow Crash” del 1992 si parlava di Metaverso per descrivere una realtà virtuale condivisa nella quale, tramite internet, si poteva interagire con altre persone. Un po’ come quello che si fa da tempo in alcuni giochi di ruolo e nelle chat in 3d come Second Life. Ma che potenziale ha visto Zuckerberg nel Metaverso che lo ha spinto addirittura a cambiare nome alla sua società? E perché, oltre a lui, tante altre aziende tra le quali Microsoft e Apple, stanno investendo in questo ambito?
INTERAGIRE A DISTANZA
Si tratta ancora di un progetto, ma già sappiamo che in questi nuovi spazi tridimensionali, tramite il proprio avatar, ci si potrà muovere liberamente in ambienti creati e messi a disposizione di tutti dagli utenti stessi, per avere relazioni sociali, giocare, lavorare, stipulare accordi commerciali con valute virtuali e reali. A questa sorta di mondo parallelo si accede semplicemente registrandosi su una delle piattaforme dedicate ed entrarvi utilizzando (volendo) dispositivi per la realtà aumentata come visori, caschi, guanti, eccetera, che permettano di vivere appieno la nuova esperienza.
NON SOLO AVATAR
Il metaverso non sarà di proprietà delle aziende, bensì sarà una struttura condivisa con protocolli e standard tecnici stabiliti e prestabilite legislazioni che ne regolano l’uso. “Con il metaverso stiamo andando verso la creazione di un ambiente totalmente immersivo con una realtà mixata tra percezione fisica e realtà aumentata” dichiara Alessio Carciofi, Docente in Marketing e Digital Wellbeing. Si tratta di una nuova, prossima rivoluzione che porterà ad un nuovo cambiamento di utilizzo delle tecnologie, che ci vedranno sempre più compresi in un mondo completamente disgiunto da quello in cui si trova il nostro corpo fisico.
L’EFFETTO CHE FA
L’80 percento delle persone intervistate sui possibili effetti del Metaverso ritiene che il rischio principale dell’utilizzo della realtà immersiva sia nella potenziale fuga dalla realtà. Teme che rifugiarsi in un ambiente virtuale possa sottrarre ancora più tempo e attenzione, nella vita quotidiana, ad attività e persone, agli affetti e al sonno. Considerando la dipendenza che oggi già abbiamo dagli smartphone la paura non è così ingiustificata… Se oggi il cellulare sul comodino ci fa perdere il sonno, cosa potrebbe succede con l’utilizzo senza controllo del metaverso?
IMPARARE IL DETOX
Per quanto si possa vivere – anche felici e in modo redditizio, perché no – in realtà parallele, il nostro corpo avrà sempre la necessità di fare attività fisica, di mangiare, di stare in silenzio e di dormire. Il sonno è e resterà sempre, per il corpo e per la mente, un bene non virtualizzabile. Va quindi difeso e tutelato già da ora, prima e al di là dell’avvento del Metaverso. Continua l’esperto: “Il digital detox è fondamentale per riprenderci il nostro spazio, il nostro tempo e le nostre passioni. La tecnologia tenta di appropriarsi del nostro tempo, noi dobbiamo proteggerlo partendo dalle buone abitudini: e il sonno è la prima tra queste”.
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Uomo di tiro medio con gli occhiali creata da: freepik.com – it.freepik.com