Si parla di Wellbeing per esprimere uno stato di benessere “generale”. Si tratta di un “ben” essere dalle molteplici sfaccettature: fisiche, in primis, ma anche psicologiche e di carattere socio-economico.
Star bene non significa esclusivamente godere di un’adeguata salute. È uno stato molto più complesso e che riguarda qualcosa di profondamente connesso al benessere emotivo. La ricerca, e non solo quella in ambito medico, da sempre sottolinea infatti come vi sia stretta relazione tra mente e corpo il cui equilibrio. È in questo ambito che si colloca il “Wellbeing”.
FUORI E…DENTRO
Ce lo sentiamo ripetere fin da piccoli: un corretto stile di vita è prologo di buona salute. Dieta adeguata, attività fisica regolare, zero stravizi. Ma non solo. A tali regole se ne affiancano altre, forse meno tangibili ma altrettanto necessarie. L’esistenza, per esprimersi al meglio, dovrebbe essere guidata da valori e principi pronti a lavorare anche sul benessere “interiore”. Coltivando emozioni come compassione, amore, gratitudine, accettazione, fiducia, empatia (solo per citarne alcune!) è possibile star bene davvero. E di questo potranno beneficiare anche gli altri, in un moto continuo e riflettente, all’insegna del benessere non individuale ma sociale.
C COME CREATIVITA’
La creatività emerge quando va in stand by la parte razionale e consente di dare libero spazio a emozioni e intuizioni. È lo stimolo, supportato dalla innata curiosità che è nell’uomo, che induce a dedicarsi a hobby di ogni genere, in parte assecondando anche il proprio talento: suonare uno strumento, cucinare o praticare una specifica attività, ad esempio, aiutano lo sviluppo di conoscenze e abilità, ma non solo. Tengono lontani ansia e stress e rappresentano un input prezioso in termini di salute “globale”.
WELLBEING “SOCIALE”…
Giacché presupposto del Wellbeing è la connessione “armonica” tra il “dentro” e il “fuori, segue che non va trascurato un’importante sfumatura “sociale”. Gli esseri umani sono creature sociali sostanzialmente non solitarie. Per stare “bene” devono donare e ricevere rispetto e stima, proprio perché è in loro innata la necessità di “appartenenza” e “connessione”. Contatti interpersonali continuativi e positivi definiscono quella che, gli addetti ai lavori, definiscono “salute sociale” che trova nutrimento in una vita costellata da obiettivi, sogni e speranze.
…E LAVORATIVO
Un dovere proiettato nella dimensione del piacere: ecco la vera vocazione del lavoro. A onor del vero, per essere percepito come tale, però, il lavoro dovrebbe essere allineato con interessi e valori, in grado di far esprimere talenti, punti di forza e abilità. Tra grado di soddisfazione e produzione c’è una stretta relazione. Spesso e volentieri, invece, ciò che impegna per la maggior parte delle ore “libere” al giorno (ovvero quelle non dedicate al riposo!) non è un motivo di realizzazione, ma una fonte di puro stress. La aziende potrebbero fare molto per ridurre al minimo, se non azzerare, questo gap. Ad esempio, rendere comode ed ergonomiche le postazioni e proporre menù sani ed equilibrati. Le aree comuni potrebbero essere ripensate per favorire sport e meditazione. O, ancora, gli ambienti potrebbero sposare idee green ed ecosostenibili. Il Wellbeing è davvero la nuova declinazione del benessere e della salute in ogni sua manifestazione, perché aiuta a progredire come individui in un contesto sociale più ampio, favorendo la salute (e la felicità) individuale in una prosperità destinata a riflettersi nella collettività.